martedì 9 aprile 2019

Coldiretti: addio ad una vigna su dieci

Nell’ultimo decennio risultanti non troppo rassicuranti


Un rapporto Coldiretti, basato su dati Istat e diffuso in occasione della presentazione delle innovazioni nel settore del vino, evidenzia che una vigna su dieci, nell’ultimo decennio, è scomparsa. Questo dato equivale a 80mila ettari in meno, cioè l’11% della superficie totale coltivata a vite. Le ultime rivoluzionarie tecniche di invecchiamento, le innovative soluzioni tecnologiche e le ultime esperienze di economia circolare in vigna, non sono riuscite ad evitare un risultato deludente.

Nell’arco di dieci anni, la superficie complessiva coltivata a vite è passata da 731mila ettari a 651 mila ettari (2018), con la scomparsa principalmente di vigneti vecchi e non più fruttuosi. Perciò, è stata avviata una operazione di rigenerazione che punta in particolar modo su varietà “green” o autoctone. Non dimentichiamoci i buoni risultati della Calabria nella coltivazione biologica della vite, con il 51% di superficie totale adibita a tale coltura. [https://avapertisverbis.blogspot.com/2019/04/la-calabria-e-la-prima-regione-per-la.html]

A tal proposito, le Regioni hanno presentato moltissime domande per l’autorizzazione all’impianto di nuove vigne per l’anno in corso. Così tante richieste che, secondo quanto dice Coldiretti, è stato superato il “tetto” delle superfici disponibili, fissato a 6600 ettari. Coldiretti aggiunge che “le scelte delle aziende, molte delle quali giovani, per i nuovi impianti riflettono il profondo cambiamento nei consumi, con il ritorno dei vini autoctoni che nel giro di quale anno hanno scalzato quelli internazionali nelle preferenze di consumo degli italiani”. Ne è testimone il fatto che, nella classifica dei dieci vini con una maggiore crescita, sono presenti solo “bottiglie italiane”.

Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, ha sottolineato che “il profondo rinnovamento in atto conferma la vitalità di un’agricoltura che ha fatto dell’innovazione una delle armi per affermarsi sul mercato, della quale il vino rappresenta peraltro uno dei settori di punta”. Infatti, non bisogna dimenticarsi che il settore del vino vale 11 miliardi, per un totale di 2mila imprese industriali e con 50,4 milioni di ettolitri. L’Italia è ancora, per il quarto anno di seguito, il primo produttore mondiale e detiene il record dei vini certificati IG, ossia Dop e Igp, a quota 523, con la Francia soltanto seconda con 435. Pertanto, è necessario investire ancora di più nelle innovazioni, in modo tale che le imprese possano migliorare le loro performances. Lo Stato dovrebbe prestare maggiore attenzione alle esigenze dei coltivatori e farsi carico di condurre il settore ancora più in alto. 

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