Il progetto pilota per la
raccolta del “marine litter” è replicabile su altri fiumi.
La “battuta di pesca”
organizzata sul fiume Po per quattro mesi, tra luglio e novembre 2018, ha riportato
un risultato eccezionale: ben otto “big bags” pieni di rifiuti e 92 kg di plastica
destinata ad essere riciclata. Per capire com’è stato possibile questo
risultato, bisogna analizzare il meccanismo utilizzato per questa campagna. “Il
Po d’Amare”, uno dei primi progetti di prevenzione dei rifiuti in mare, messo a
punto dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con la collaborazione con l’Autorità di Bacino distrettuale
del fiume Po e con il patrocinio del Comune di Ferrara e dell’Aipo, prevedeva l’intercettazione
dei rifiuti trasportati dal Fiume per mezzo di alcune barriere galleggianti. Secondo
la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, per contenere il fenomeno del marine
litter è necessario agire direttamente sui fiumi. Infatti, i rifiuti marini derivano
in gran parte (per l’80% all’incirca) dalla terraferma e si spingono fino al
mare per mezzo degli gli scarichi urbani e dei fiumi, in piccola parte (per il
20% circa) derivano da attività di pesca e navigazione.
Edo Ronchi,
presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, sostiene che questo
progetto è utile per “intercettare i rifiuti prima che raggiungano il mare e
diventino così un grave problema ambientale”. Infatti, sappiamo bene le
conseguenze che ciò può comportare [vedi https://avapertisverbis.blogspot.com/2019/04/i-pesci-non-crescono-causa-delle.html]. Ronchi, però, aggiunge che “per
passare dalla fase sperimentale del progetto ad una operativa, replicabile su
altri fiumi italiani, sembrerebbe utile introdurre nella legislazione nazionale
un riferimento chiaro e esplicito alla classificazione dei rifiuti presenti nei
corsi d’acqua in modo da superare qualunque possibile incertezza
interpretativa”.
In definitiva,
il progetto sembra essere funzionale alla lotta contro l’inquinamento dei mari,
anche se il problema andrebbe risolto alla radice. Speriamo che possa fornire
un valido apporto al rafforzamento delle misure del piano d’azione nazionale
per la prevenzione e la mitigazione dei rifiuti marini.
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