Le startup si rivelano importantissime. Necessaria meno burocrazia.
La bioeconomia, cioè un’economia socialmente
ed ecologicamente sostenibile, cresce in Italia, totalizzando due milioni di
addetti e un valore della produzione di 328 miliardi di euro, ossia il 10,1%
del Pil. Per mezzo di questi risultati, il belpaese riesce a competere a grandi
livelli all’interno dell’Unione Europea, in particolare nei settori che
utilizzano materie prime rinnovabili di origine biologica.
In questo panorama, le attrici
protagoniste sono le startup innovative. Queste realtà, però, necessitano di
maggiori investimenti
e meno burocrazia per misurarsi su scala internazionale. La necessità di
interventi di tal genere è evidenziata da “BioInItaly Investment Forum &
Intesa Sanpaolo StartUp Initiative”, organizzata da Assobiotec-Federchimica, Intesa
Sanpaolo Innovation Center e Cluster Nazionale della Chimica Verde Spring, per
rendere possibile un incontro positivo con finanziatori.
Riccardo Palmisano, Presidente di
Assobiotec-Federchimica, afferma che è “sempre più necessario insistere per
creare un ambiente favorevole allo sviluppo della ricerca e dell'innovazione
biotecnologica in Italia”. Inoltre, sempre secondo il numero uno di Assobiotec-Federchimica,
è utile investire sulla crescita imprenditoriale dei ricercatori e sulle
competenze di trasferimento tecnologico.
In ultimo, è d’uopo attuare operazioni di
defiscalizzazione e di riduzione della burocrazia. Infatti, solo in questo
modo, incentivi e innovazioni a parte, è possibile aumentare la competitività
delle realtà italiane, esportando l’eccellenza del “made in Italy” in giro per
il mondo.
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