Comprendere
a fondo il significato del termine “rifiuto” è necessario per analizzare il suo
“ciclo” e le possibilità di un corretto smaltimento. Perciò, si rende sempre
più necessario sensibilizzare e informare tutte le fasce della popolazione
circa la tematica del riciclo, vero leitmotiv degli ultimi tempi. In
particolare, non si dovrebbe prescindere da lezioni e approfondimenti mirati
nelle scuole e università, in modo tale da interessare da vicino noi
giovanissimi. Al di là di queste brevi considerazioni, ecco una breve
panoramica sui rifiuti, un vademecum, da tenere bene a mente.
Innanzitutto, è necessario definire
correttamente il “rifiuto”. Il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 Norme in
materia ambientale (Testo Unico ambiente) definisce “RIFIUTO” qualsiasi oggetto
o sostanza di cui il possessore si disfi oppure abbia l’intenzione o l’obbligo
di disfarsi (definizione, peraltro, presente nella Direttiva n.2008/98/Ce del 19 novembre 2008). In soldoni, i rifiuti sono materiali
di scarto o avanzo prodotti da varie attività umane.
I rifiuti possono essere classificati in
base all’origine (rifiuti urbani e speciali) o secondo pericolosità (rifiuti
pericolosi e non pericolosi). Classificazione in base all’origine. Quali rifiuti urbani possono
essere indicati i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali
adibiti ad uso abitativo; i rifiuti provenienti dalla pulizia delle strade,
giacenti in aree pubbliche o private ma soggette ad uso pubblico, e i rifiuti
presenti sulle spiagge o sulla riva di un corso d’acqua; i rifiuti vegetali; i
rifiuti provenienti da attività cimiteriali (esumazioni ed estumulazioni); i
rifiuti non pericolosi, provenienti da locali adibiti ad uso non abitativo
(assimilati ai r. urbani sia in quantità che in qualità). I rifiuti speciali,
invece, possono provenire da attività agro-industriali o agricole (ai sensi
dell’art.2135 Cod. Civ.); i rifiuti provenienti da attività di demolizione,
costruzione o scavo (vd. D.Lgs già citato); i rifiuti da lavorazioni
artigianali o industriali; i rifiuti da attività di servizio o commerciali; i
rifiuti derivanti da attività sanitarie; i rifiuti provenienti da attività di
recupero e smaltimento dei rifiuti. Classificazione
in base alla pericolosità. I rifiuti pericolosi presentano alcune
particolari caratteristiche (presenti nel D.Lgs) che li rendono tali. Tra di
essi si annoverano le sostanze esplosive, irritanti, comburenti, nocive,
tossiche, infiammabili, sensibilizzanti, mutogene, cancerogene, ecotossiche,
corrosive e infettive. Questi rifiuti possono anche essere “domestici”, come le
vernici, le batterie, i detersivi, le bombolette spray, i farmaci scaduti o i
solventi. I rifiuti non pericolosi, invece, non presentano alcuna delle
sopracitate caratteristiche.
Ma come si gestiscono i rifiuti pericolosi da utenze
domestiche? La prima cosa da fare è leggere attentamente l’etichetta del
prodotto. Ad esempio, nel caso in cui si tratti di apparecchiature elettriche
ed elettroniche, bisogna raccogliere il rifiuto negli appositi contenitori,
portandolo in centri di raccolta specializzati. Non è possibile, di
conseguenza, depositare il rifiuto tra i rifiuti generici, né tantomeno
disperderlo nell’ambiente. Mentre, nel
caso in cui si tratti di bombolette spray, rifiuto infiammabile e
pericoloso per l’ambiente, è necessario assicurarsi che l’oggetto sia
completamente vuoto e portarlo in centri di raccolta dedicati. Non è possibile
gettare il rifiuto ancora pieno tra i rifiuti generici, né tantomeno alternarne
l’involucro esterno. Invece, nel caso in cui si tratti di un detersivo, rifiuto
irritante, cioè nocivo per la salute per contatto con la pelle, inalazione
o ingestione, e tossico o pericoloso per l’ambiente, è necessario
assicurarsi che il recipiente sia completamente vuoto e raccoglierlo
nell’apposito contenitore della differenziata. Non è possibile gettare il
recipiente pieno tra i rifiuti generici, né tantomeno disperderlo
nell’ambiente. In ultimo, nel caso in cui si tratti di solventi o vernici,
rifiuti tossici per inalazione e via cutanea e tossico a lungo termine,
(sensibilizzante vie respiratorie) che possono essere letali in caso di
ingestione o penetrazione nelle vie respiratorie, è necessario raccogliere il
rifiuto in appositi contenitori e portarlo nei centri di raccolta. Non è
possibile gettare il rifiuto tra i rifiuti generici, né tantomeno disperderlo
nell’ambiente.
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