Le Camere di Commercio prendono nota dei numeri: 348.492 nuove imprese (più di ottomila in meno dell’anno precedente) e 316.877 chiusure (circa seimila in più rispetto all’anno precedente).
Gli italiani continuano a
impegnarsi nel settore imprenditoriale. Nonostante un’annata non
“positivissima”, sicuramente meno favorevole del 2017, le imprese chiudono il
2018 con un saldo positivo tra aperture e chiusure, con una crescita dello
0,5%. Il risultato abbastanza positivo è stato frutto (quasi il 60%) anche di
una buona prestazione del meridione e delle isole, che hanno segnato un
bilancio positivo di circa diciottomila unità. Analizzando le quattordici Regioni
che hanno conseguito un risultato migliore in termini assoluti, riscontriamo al
primo posto il Lazio (+10.221), seguito da Campania (+7.866), Lombardia (+4.551),
Puglia (+3.478), Sicilia (+3.293), Calabria (+1.387), Sardegna (+1.283),
Toscana (+935), Abruzzo (+896), Trentino Alto-Adige (+500), Liguria (+421),
Basilicata (+270), Molise (+212), Umbria (+128).
Per quanto riguarda i
settori, quelli con un maggior numero di imprese segnano un arretramento
preoccupante: infatti, alle performances negative del settore manifatturiero,
agricolo e delle costruzioni, già in negativo nel 2017, si aggiunge il settore
commerciale con oltre seimila unità in meno. I restanti settori hanno chiuso il
bilancio anagrafico in campo positivo. Inoltre, in termini assoluti, il settore
più virtuoso è quello delle attività di alloggio e ristorazione, con ottomila
imprese in più, seguito a ruota dai servizi professionali, tecnici e
scientifici e le attività di noleggio e servizi alle imprese. Un altro
risultato che lascia ben sperare proviene dalla sanità, cresciuta del 3,6%. Per
quanto concerne l’artigianato, invece, il bilancio del 2018, con oltre
tredicimila imprese chiuse, risulta peggiore di quello del 2017. Un trend
davvero inquietante, che condanna in particolare le attività manifatturiere
artigiane e i trasporti e magazzinaggio.
In definitiva crescono le
società di capitale, mentre quelle individuali mostrano un leggero decremento.
Come risolvere la situazione se non con un intervento politico deciso a favore
delle nostre imprese? Attendiamo (si spera) buone nuove.
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