sabato 23 febbraio 2019

La lettura e la produzione dei libri in Italia

Numeri e riflessioni.

Gli italiani leggono? Quanti libri leggono? E le case editrici quanti libri pubblicano? Dopo essermi posto queste domande ho deciso di scandagliare a fondo per cercare qualche risposta. In mio soccorso è venuto un rapporto dell’Istat, che descrive nel particolare la realtà odierna.  

Stando alle rilevazioni del 2017, la quota di lettori è pari al 41% della popolazione di 6 anni e più, che hanno letto almeno un libro per motivi non professionali (circa 23 milioni e mezzo). Le donne sembrano più inclini alla lettura, già a partire dai 6 anni: infatti, il divario tra uomini e donne nella propensione alla lettura si è stabilizzato a partire dalla fine degli anni ’80 fino ad arrivare ai 12,6 punti nel 2017. Nel corso dell’anno, il 47% delle donne e poco più del 34% degli uomini ha letto almeno un libro. Passando all’aspetto territoriale, risulta che i residenti nelle regioni del Nord-Est e Nord-Ovest mantengono il primato in termini di abitudine alla lettura (49,0% e 48,0%), mentre il Centro riporta un 44,5% di lettori e il Sud il 28,3% (valore minimo). In relazione alle isole, invece, la Sicilia totalizza il 25,8% e la Sardegna il 44,5%. Una delle cause della propensione alla lettura è, senza dubbio, l’offerta dei servizi di biblioteche e librerie: da un lato, alcuni comuni offrono biblioteche “comunali” accessibili, dall’altro, si sta sviluppando maggiormente la pratica del bookcrossing. Inoltre, al di là del dato territoriale, l’abitudine alla lettura è legata a doppio filo alla propensione della famiglia stessa. Infatti, tra i ragazzi di 11-14 anni legge l’80% di chi ha entrambi i genitori lettori e solo il 39,8% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori.
In merito al settore editoriale, invece, l’Italia conta 1.459 operatori attivi, tra le case editrici, gli enti pubblici e privati, laici e religiosi, le associazioni, le società di persone e le ditte individuali, le società di capitali. Di questi millecinquecento operatori, l’85% non pubblica più di 50 titoli all’anno. Inoltre, più della metà sono “piccoli” editori e un terzo sono “medi” editori, mentre i “grandi” editori rappresentano il 15% degli operatori attivi nel settore, pubblicando più dell’80% dei titoli sul mercato e circa il 90% delle copie stampate. Gli editori considerano le librerie indipendenti e gli store online come i canali di distribuzione su cui puntare per ampliare domanda e pubblico dei lettori. Gli editori credono che la modesta propensione alla lettura del belpaese sia imputabile al “basso livello culturale della popolazione” (quasi il 43% delle risposte) e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura (più del 38%). Inoltre, gli stessi evidenziano l’inadeguatezza di incentivi pubblici all’acquisto di libri, come detrazioni fiscali e bonus libri (20,8%) e la mancanza di progetti continuativi di promozione della lettura da parte delle istituzioni pubbliche (17,5%). Il 40% degli editori indica, quale soluzione primaria, l’accrescimento delle iniziative e campagne di educazione alla lettura. In ultimo, il 20% dei rispondenti reputa strategici gli interventi finalizzati a prevedere agevolazioni fiscali per gli editori che investono nell'aggiornamento professionale del personale. 

E tu cosa ne pensi? Io credo che la lettura sia un momento imprescindibile nella nostra vita. Infatti, non è solo utile per aggiornare il nostro bagaglio linguistico, ma anche per farci viaggiare senza muoverci dalla poltrona. Ditela verità, in quanti posti siete stati senza dover prendere valigia e aereo? Tantissimi! Credo che oggi, più che mai, siano necessarie politiche di “incentivazione alla lettura”, in particolar modo tra noi giovani.

La lettura e la produzione dei libri in Italia


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