Numeri e riflessioni.
Gli italiani leggono?
Quanti libri leggono? E le case editrici quanti libri pubblicano? Dopo essermi
posto queste domande ho deciso di scandagliare a fondo per cercare qualche
risposta. In mio soccorso è venuto un rapporto dell’Istat, che descrive nel
particolare la realtà odierna.
Stando alle rilevazioni
del 2017, la quota di lettori è pari al 41% della popolazione di 6 anni e più, che
hanno letto almeno un libro per motivi non professionali (circa 23 milioni e
mezzo). Le donne sembrano più inclini alla lettura, già a partire dai 6 anni:
infatti, il divario tra uomini e donne nella propensione alla lettura si è
stabilizzato a partire dalla fine degli anni ’80 fino ad arrivare ai 12,6 punti
nel 2017. Nel corso dell’anno, il 47% delle donne e poco più del 34% degli
uomini ha letto almeno un libro. Passando all’aspetto territoriale, risulta che
i residenti nelle regioni del Nord-Est e Nord-Ovest mantengono il primato in
termini di abitudine alla lettura (49,0% e 48,0%), mentre il Centro riporta un
44,5% di lettori e il Sud il 28,3% (valore minimo). In relazione alle isole,
invece, la Sicilia totalizza il 25,8% e la Sardegna il 44,5%. Una delle cause
della propensione alla lettura è, senza dubbio, l’offerta dei servizi di
biblioteche e librerie: da un lato, alcuni comuni offrono biblioteche
“comunali” accessibili, dall’altro, si sta sviluppando maggiormente la pratica
del bookcrossing. Inoltre, al di là del dato territoriale, l’abitudine alla
lettura è legata a doppio filo alla propensione della famiglia stessa. Infatti,
tra i ragazzi di 11-14 anni legge l’80% di chi ha entrambi i genitori lettori e
solo il 39,8% di coloro che hanno entrambi i genitori non lettori.
In merito al
settore editoriale, invece, l’Italia conta 1.459 operatori attivi, tra le case
editrici, gli enti pubblici e privati, laici e religiosi, le associazioni, le
società di persone e le ditte individuali, le società di capitali. Di questi
millecinquecento operatori, l’85% non pubblica più di 50 titoli all’anno.
Inoltre, più della metà sono “piccoli” editori e un terzo sono “medi” editori,
mentre i “grandi” editori rappresentano il 15% degli operatori attivi nel
settore, pubblicando più dell’80% dei titoli sul mercato e circa il 90% delle
copie stampate. Gli editori considerano le librerie indipendenti e gli store
online come i canali di distribuzione su cui puntare per ampliare domanda e
pubblico dei lettori. Gli editori credono che la modesta propensione alla
lettura del belpaese sia imputabile al “basso livello culturale della
popolazione” (quasi il 43% delle risposte) e la mancanza di efficaci politiche
scolastiche di educazione alla lettura (più del 38%). Inoltre, gli stessi
evidenziano l’inadeguatezza di incentivi pubblici all’acquisto di libri, come
detrazioni fiscali e bonus libri (20,8%) e la mancanza di progetti continuativi
di promozione della lettura da parte delle istituzioni pubbliche (17,5%). Il
40% degli editori indica, quale soluzione primaria, l’accrescimento delle
iniziative e campagne di educazione alla lettura. In ultimo, il 20% dei
rispondenti reputa strategici gli interventi finalizzati a prevedere
agevolazioni fiscali per gli editori che investono nell'aggiornamento professionale
del personale.
E tu cosa ne pensi? Io
credo che la lettura sia un momento imprescindibile nella nostra vita. Infatti,
non è solo utile per aggiornare il nostro bagaglio linguistico, ma anche per
farci viaggiare senza muoverci dalla poltrona. Ditela verità, in quanti posti
siete stati senza dover prendere valigia e aereo? Tantissimi! Credo che oggi,
più che mai, siano necessarie politiche di “incentivazione alla lettura”, in
particolar modo tra noi giovani.
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