lunedì 18 febbraio 2019

L’Enea lancia l’allarme: entro il 2100 le coste italiane ridisegnate


L’Enea, ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell'energia, dell'ambiente e delle nuove tecnologie a sostegno delle politiche di competitività e di sviluppo sostenibile, presenta un bilancio preoccupante.

Secondo quanto emerge dal convegno romano Enea-Confcommercio “Pericolo Mediterraneo per l'economia del mare", riguardante l’economia del mare e l’innalzamento del Mediterraneo, entro il 2100 migliaia di km quadrati di aree costiere italiane rischiano di essere sommersi dal mare, nel caso in cui non si intervenga prontamente a sostegno delle zone a rischio. Durante l'incontro è stato firmato un Protocollo d'intesa sullo sviluppo sostenibile. Inoltre, è stato presentato uno studio dell'Enea riguardante l'impatto dell'innalzamento del Mediterraneo sui porti e le spiagge della nostra penisola, con un aggiornamento delle aree costiere a rischio.

Lo studio messo a punto dall’Enea evidenzia che sono ben 5600km quadrati e oltre 385km di aree costiere italiane le zone a rischio, causa primaria il riscaldamento globale. Perciò, entro la fine del secolo, il mare si innalzerà, secondo previsioni ottimistiche, di al minimo 0,94m e al massimo 1,035m, e secondo previsioni pessimistiche di al minimo 1,31 m e al massimo 1,45m.

Ma quali sono le aree a rischio? Scopriamole. Per quanto riguarda l’area adriatica troviamo a nord la zona tra Trieste, Venezia e Ravenna; in seguito, la foce del Pescara, del Sangro e del Tronto in Abruzzo; l'area di Lesina e di Taranto in Puglia; La Spezia in Liguria, tratti della Versilia, Cecina, Follonica, Piombino, Marina di Campo sull'Isola d'Elba e le aree di Grosseto e di Albinia in Toscana. Spostandoci al Centro e al Sud, sono minacciate la piana Pontina, di  Fondi e la foce del Tevere nel Lazio; la piana del Volturno e del Sele in Campania; l'area di Cagliari, Oristano, Fertilia, Orosei, Colostrai e di Nodigheddu, Pilo, Platamona e Valledoria, di Porto Pollo e di Lido del Sole in Sardegna; Metaponto in  Basilicata; Granelli, Noto, Pantano Logarini  e le aree di Trapani e Marsala in Sicilia; Gioia Tauro  e Santa Eufemia (Catanzaro) in Calabria.

L’innalzamento del Mediterraneo, oltre ad avere questo impatto devastante sull’ambiente delle realtà costiere italiane, causerebbe, ovviamente, evidenti ripercussioni sulle attività turistico-balneari e marittimo-portuali. Necessitano interventi determinati e tempestivi per la tutela e la salvaguardia delle nostre meravigliose coste, simbolo inconfondibile del belpaese, e della blue economy.
                                             foto tratta da www.dire.it 

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