domenica 24 febbraio 2019

Il Registro Elettronico, primo risultato per la tracciabilità dei rifiuti speciali


Le norme riguardanti la tracciabilità dei rifiuti speciali delle imprese cambiano, in seguito alla conversione in legge del decreto “Semplificazioni” (d.l. 14 dicembre 2018 n. 135), che conferma l’abrogazione del Sistri.

In un articolo precedente ho trattato la definizione di rifiuti speciali e quali vadano considerati tali [https://avapertisverbis.blogspot.com/2019/02/cosa-sono-i-rifiuti.html]. È indubbio che l’arrivo di un nuovo sistema per la gestione dei rifiuti speciali cambi molte cose. Infatti, è stato istituito il “Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti” che verrà amministrato senza intermediari dal Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Dovranno registrarsi a questo registro elettronico tutti gli enti e le imprese che effettuano il trattamento dei rifiuti; enti e imprese commercianti e intermediari di rifiuti pericolosi; coloro che producono rifiuti pericolosi; enti e imprese che raccolgono o trasportano rifiuti pericolosi a titolo professionale; consorzi istituiti per il recupero e il riciclo di particolari tipologie di rifiuti; per quanto concerne i rifiuti non pericolosi, i soggetti previsti all’art.189, co. 3 del D.lgs. 152/2006.
Quali sono le differenze con il Sistri? A differenza di quanto si verificava precedentemente, la registrazione al Registro elettronico è obbligatoria per tutte le aziende che producono rifiuti pericolosi, a prescindere dal numero di dipendenti, ma rimane facoltativa per coloro che producono rifiuti non pericolosi. Per statuire i termini di iscrizione, l’ammontare del contributo, le sanzioni e quant’altro, si renderà necessario un decreto del Ministero dell’Ambiente. Fin quando il nuovo registro non sarà operativo, coloro che sono soggetti alla tracciabilità useranno il vecchio sistema.

Le parole del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa lasciano ben sperare. Egli sostiene che “il Sistri è stato uno dei più grandi sprechi nella gestione dei rifiuti speciali”, mai entrato effettivamente in funzione, ma che "ha comportato costi sostenuti dalle imprese coinvolte e dallo Stato, che hanno superato i 141 milioni di euro dal 2010 ad oggi.” Secondo i calcoli effettuati dal Ministero, la tracciabilità, con il sistema attuale, è del 65% dei rifiuti speciali, ma “l’obiettivo è arrivare almeno al 90% facendo risparmiare soldi e tempo alle aziende”. Costa, in ultimo, aggiunge che “la strada indicata è quella di una sorta di Sistri 2.0, che digitalizzi l’intera tracciabilità dei rifiuti e i documenti fiscali, superando in tal modo il doppio binario cartaceo/digitale e il registro di carico e scarico”.

Questo nuovo sistema sembra avere le carte in regola per fare meglio del precedente. Speriamo che possa esserci un miglioramento effettivo circa la tracciabilità dei rifiuti speciali, che deve “arrivare almeno al 90%” come ha sostenuto lo stesso Costa. Attendiamo nuovi sviluppi. 

Registro Elettronico, un primo risultato per la tracciabilità dei rifiuti speciali




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