Avvenire, in collaborazione con la Scuola di economia civile e il supporto di Federcasse, realizza una classifica in base a diversi indicatori di qualità della vita. Medaglia d’oro a Bolzano, argento a Trento e bronzo a Pordenone.
Quali
sono le caratteristiche che deve possedere la “città ideale? Avvenire, per realizzare
la sua classifica del “Ben-vivere nei territori”, analizza in particolare (ma
non solamente) la ricchezza
pro-capite, lo sviluppo economico e le opportunità occupazionali, vere armi a
doppio taglio se non adoperate adeguatamente. L’attività di analisi è partita
da alcuni domini all’interno dei quali
sono stati selezionati gli indicatori specifici, quali salute, impegno civile,
ambiente turismo e cultura, demografia e famiglia, servizi alla persona, lavoro,
legalità e sicurezza, capitale umano, accoglienza, inclusione economica.
La
classifica vede in cima le province autonome di Bolzano e Trento, seguite da Pordenone, Firenze, Parma, Pisa, Milano, Bologna,
Gorizia e Udine. Al di là della top ten, urge una riflessione a riguardo. In primis,
sembra che i centri medi offrano una qualità complessiva migliore, derivante
verosimilmente da condizioni ambientali più favorevoli. In secondo luogo, è
evidente che il Sud abbia ancora problemi, essendo concentrato nella seconda
parte della classifica. Sfortunatamente, agli ultimi posti troviamo Reggio Calabria, Vibo Valentia, Napoli e
Crotone. Le criticità derivano sia da un profondo divario economico e
occupazionale che da carenti servizi pubblici e da un capitale umano più povero.
In relazione a quest’ultimo dato, ad esempio, Bologna possiede il 37,5%
di giovani laureati e il 70% di diplomati, mentre la provincia di
Barletta-Andria possiede il 14,5% di laureati e il 40% di diplomati. Dati di
cui prendere atto e da cui ripartire.
Nessun commento:
Posta un commento