sabato 2 marzo 2019

Si può realizzare il carburante dalla plastica?

Sì, il primo il primo impianto su scala industriale per riconvertire la plastica poliolefinica non riciclabile in biocarburante verrà costruito in Trentino.

Riplaid (Riconversione di Materiali Plastici in Idrocarburi), un progetto di Lifenergy Italia, è frutto di una sinergia attiva tra ricerca e mondo industriale. Sostenuto dalla Provincia Autonoma di Trento, in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, la società Demont di Savona e del Cinsa, il progetto prevede di utilizzare la plastica poliolefinica non riciclabile per ottenere un carburante conforme agli attuali standard, adoperabile per i motori o per gli impianti industriali. Per un impiego ridotto, invece, è stato ideato Chrysalis, un macchinario di dimensioni esigue capace di trasformare i rifiuti plastici in carburante, diesel o benzina. Gli obiettivi del progetto sono duplici: da un lato, contrastare l’inquinamento da rifiuti plastici, dall’altro, fornire risorse alle comunità più povere del pianeta.

Scendiamo nel particolare. Chrysalis è un modello di economia circolare basato sulla pirolisi. La plastica viene ridotta in granuli e immessa in un reattore chiuso, in seguito riscaldata a una temperatura di 450° determinando la rottura dei legami molecolari e poi distillata. Il macchinario riesce a trarre circa 750 grammi di gasolio da un chilo di plastica, oltre ad un quantitativo di gas necessario per il funzionamento del macchinario stesso e a residui di carbone. Secondo la voce autorevole di alcuni esperti, Chrysalis, date le sue esigue dimensioni, potrebbe essere utilizzato direttamente nelle zone inquinate. Inoltre, un investimento di 50mila euro sarebbe bastevole per realizzare un prototipo di dimensioni maggiori, in grado di trasformare fino a 50 kg di materiali in meno di un’ora e mezza.

Samuel Le Bihan ha evidenziato che l’idea “è incoraggiare la raccolta dei rifiuti prima che finiscano negli oceani e farlo grazie a un macchinario capace di produrre carburante”. Il programma si configura quale strumento per aiutare i Paesi in via di sviluppo”. Inoltre, in questo modo sarebbe più facile rendere consapevoli i cittadini circa l’importanza di non gettare nell’ambiente i rifiuti plastici e che da questi ultimi è possibile trarre risorse concrete, come nel caso sopracitato. Questa è l’economia che ci piace, rispettosa dell’ambiente!



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