giovedì 7 marzo 2019

Economia Circolare: buoni risultati per l’Italia

Nella classifica delle cinque maggiori economie europee, l’Italia è prima per l’economia circolare con 103 punti di indice complessivo di “circolarità”. A seguire il Regno Unito (90), la Germania (88), la Francia (87) e la Spagna (81).

Questo dato più che positivo emerge dal primo rapporto nazionale (2019) sull’economia circolare in Italia, redatto dal “Circular Economy Network” in collaborazione con l’Enea. Ma di cosa tiene conto l’indice complessivo di “circolarità”? Questo indice è comprensivo dell’utilizzo di materie prime seconde, di innovazione nelle categorie produzione, consumo e gestione rifiuti, nonché dell’uso efficiente delle risorse. Al di là del primato italiano, osservando i dati è possibile evincere che il nostro paese sta rallentando, mentre i vicini europei hanno “preso la rincorsa” grazie alle nuove direttive dell’Ue. Difatti, l’Italia nell’ultimo anno ha registrato un solo punto in più rispetto all’anno precedente, a differenza di altri Stati più virtuosi che hanno fatto molto meglio, come Spagna (13) e Francia (7).

Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile e del Circular Economy Network, afferma che “servono un piano e una strategia nazionale, una regolazione sull’End of Waste che permetta ai numerosi progetti industriali in attesa di autorizzazione di partire”. Ma questo non basta. Infatti, secondo il numero uno della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, è necessaria anche “una visione politica e amministrativa che manovri le leve della fiscalità e degli incentivi all’innovazione in favore dell’economia circolare, che va pensata non come un comparto, ma come un vero e proprio cambiamento profondo di modello economico”. Come dargli torto? Inoltre, Luca Dal Fabbro, vicepresidente del Circular Economy Network, osserva che “nei settori del riciclo, del riuso e della riparazione l’Italia registra un ottimo livello di occupazione, il 2,1% del totale, al di sopra della media Ue che si ferma a quota 1,7%. Insomma, un altro dato positivo da cui partire senza adagiarsi, cercando una collaborazione più efficace tra imprese e mondo istituzionale.

Alla luce di quanto detto, è possibile comprendere l’importanza del decalogo per rilanciare l'economia circolare e la sostenibilità ambientale, approntato dal primo rapporto sull'economia circolare presentato a Roma dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e dal Circular economy network. Questa la visione: puntare sulla creazione di un Piano nazionale, sulla ricerca e l'innovazione, sul rilancio del ruolo della città e della rigenerazione urbana, sull'approvazione “rapida” delle direttive europee, sulla costruzione di infrastrutture ad hoc. Imperativa la riduzione di emissioni di gas serra e la diffusione di buone pratiche, quali l’utilizzo più consapevole di energia rinnovabile, il risparmio e l’uso più proficuo delle materie prime.
immagine tratta da lentepubblica.it

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