La ricetta per ridare slancio ai centri cittadini colpiti dal triste esodo.
I piccoli
Comuni, luoghi spesso immersi nella tranquillità e meno caotici delle grandi
città, si stanno lentamente spopolando. Come fare per arrestare questa emorragia?
Un’idea innovativa, che a primo acchito sembrerebbe bizzarra, è la
realizzazione di progetti di vendita di case
ad un euro. Avete capito bene, un euro. Una proposta studiata sia per il ripopolamento
di piccoli centri che per il rilancio delle economie locali. Ma andiamo
con ordine.
Dov’è possibile
acquistare le case ad un euro? I piccoli centri urbani che rientrano in questa
lista sono sparsi su tutto lo stivale: dal Piemonte alla Sicilia, dalla
Calabria alla Sardegna. Ma come si acquista una casa? Per comprare una casa vi
sono diversi meccanismi già attuati, quali, ad esempio, la vendita ad un euro
oppure da una base d’asta di un euro. Inoltre, esistono dei requisiti alla base
dell’acquisto, come l’obbligo di ripristinarle (quindi ristrutturarle) affidandosi
alla manodopera locale. Ad ogni principio imposto dai Comuni corrisponde una graduatoria
e gli immobili vengono consegnati ai richiedenti che conseguono il più elevato.
Per
comprendere appieno il fenomeno è necessario analizzare quattro casi diversi. Il
primo riguarda il comune di Tarsia, in provincia di Cosenza, che conta circa
duemila anime. In questi giorni, con grande gioia da parte del sindaco Roberto
Ameruso, è avvenuta la prima cessione volontaria di un immobile al comune: un primo
passo avanti in questo lungo ma stimolante. Il sindaco afferma che “se anche solo una
casa sarà recuperata, essa sarà un'abitazione in più che viene tolta
all'abbandono e vissuta da chi avrà la volontà di fare i lavori”. Il progetto,
illustrato dal primo cittadino, prevede, oltre all’acquisto alla “cifra simbolica”,
l’obbligo “di ristrutturare la casa entro tre anni e magari abitarla”.
Attraversando
lo Stretto e viaggiando un po’, giungiamo a Mussomeli, centro di dodicimila
abitanti in provincia di Caltanissetta. Qui, le autorità locali son riuscite a
far partire questo progetto nel 2017, dopo aver tentato già due anni prima. L’assessore
ai Lavori Pubblici, Toti Nigrelli, afferma che le richieste
sono almeno sessantamila e che sono stati venduti più
di 100 immobili con atto notarile. Inoltre, il Comune ha sottoscritto
una convenzione con un’agenzia immobiliare affinché accompagni gli interessati
a visitare gli appartamenti. E la domanda sembra provenire in misura maggiore
dall’estero considerando che solo due immobili sono stati acquistati
da italiani, anche se ancora le case disponibili sono cinquecento. L’unico
requisito è l’obbligo di terminare i lavori di ristrutturazione entro tre anni.
Restando sempre in Sicilia ma camminando verso ovest giungiamo a Gangi, centro
di poco più di seimila abitanti, in provincia di Palermo. L’amministrazione comunale
ha coinvolto in particolare immobili fatiscenti o pericolanti del centro storico.
Gli acquirenti dovranno affrontare, come anche negli altri paesi fin qui
analizzati, le spese di ristrutturazione che, però, potrebbero anche essere
finanziate per mezzo di incentivi statali o europei. Basta visitare il
sito del Comune per avere maggiori informazioni.
Il nostro
viaggio termina a Nulvi, cittadina di duemila abitanti in provincia di Sassari.
Luigi Cuccureddu, intervistato da Business Insider, afferma che il progetto è
stato avviato tre anni fa e che il Comune, per ridar nuova linfa al centro
storico, ha dato inizio ad un lavoro certosino di ricerca per contattare i
proprietari delle abitazioni fatiscenti. Cuccureddu spiega che “una volta
appurata la disponibilità alla cessione, l’immobile
viene messo in vetrina sul sito istituzionale di Nulvi e il Comune rimane un
ente terzo tra i proprietari e i potenziali acquirenti”. Le richieste giunte
finora sono state millecinquecento e gli immobili ceduti tre. Inoltre Nulvi ha
preso parte ad un bando
regionale, per il quale ha riscosso un
milione e centocinquantamila euro di fondi pubblici per acquisire sette fabbricati
da convertire in albergo diffuso per un totale di trentotto posti letto.
Quali ricadute positive? Mettere in vendita questi
edifici trascurati ad un prezzo irrisorio, con il solo obbligo di ristrutturarlo
entro un limite di tempo più o meno breve, può dar luogo alla riqualificazione di
aree ormai abbandonate, riconsegnando vivacità e allegria a questi piccoli
centri cittadini. Inoltre, cedere stabili in condizioni
pessime è conveniente, poiché si evitano eventuali spese esose. In ultimo, l’interesse
manifestato sovente da acquirenti stranieri può dare un impulso turistico
maggiore i nostri borghi.
alcuni dei comuni interessati
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