venerdì 22 marzo 2019

Ben 7 millennials su 10 riciclano

L’analisi Uecoop: tutelare l’ambiente e incoraggiare la sostenibilità.

L’Unione Europea delle cooperative (Uecoop) ha realizzato un’analisi dalla quale emerge un dato importante e da tenere in considerazione: ben 7 millennials su 10, in Italia, riciclano oggetti usati per tutelare l’ambiente e incoraggiare la sostenibilità. I dati “Second hand economy”, legati a doppio filo con la giornata mondiale del riciclo, evidenziano l’importanza dell’approccio di noi giovani ai problemi ambientali. Quanto emerge è la riprova di un atteggiamento responsabile che coinvolge specialmente la generazione nata negli anni Ottanta e Novanta, fino ad arrivare ai nati del nuovo Millennio, recentemente scesi in piazza per il “Global strike for future”.

È necessario comprendere che il riciclo non è solo “la gestione separata dei rifiuti” o “la raccolta differenziata”, ma riguarda anche la nuova vita degli oggetti. Mobili, elettrodomestici, libri, giornali, piatti, bicchieri, vestiti, scarpe: tutto può rinascere. A questo proposito, Uecoop ha realizzato uno studio, nel quale evidenzia che le attività che si occupano della gestione dell’usato nel belpaese sono aumentate di oltre il 7% nell’ultimo lustro. I centri urbani più interessati dal fenomeno del “riuso” sono diversi, tra i quali svetta la capitale, Roma, con 450 attività, seguita a ruota da Milano con 398 e Torino con 282. A seguire rientrano anche Napoli con 245, Firenze con 227, Genova con 195, Brescia con 105, Arezzo con 92, Bari con 90 e Bologna con 83.
“È stato creato un vero e proprio mercato parallelo a quello del nuovo” sottolinea Uecoop, anche se non si tratta solo di piccoli “tesoretti” o cianfrusaglie. Infatti, grazie a questo nuovo “mercato”, sono sorte diverse cooperative che valorizzano i materiali di scarto industriali, quali ad esempio i pallet di legno, dando loro vita nuova e trasformandoli in mobili e sedie. Le stime rilevate sanciscono che il mercato dell’usato vale quasi 21 miliardi di euro e che quasi un italiano su cinque è partecipe di questo fenomeno, spesso per integrare il reddito domestico.

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