L’Ufficio studi della CGIA segnala che, rispetto all’anno pre-crisi, le famiglie italiane spendono meno.
Nel 2007, anno pre-crisi,
le spese mensili (acquisto beni alimentari e non, pagamento delle bollette,
fruizione di servizi sanitari, alberghieri, di ristorazione, trasporti ecc.) medie
delle famiglie erano pari a quasi 2700 euro (2.649); oggi la soglia è ferma a
2.564 euro, il 3% in meno rispetto al 2007 (in valore assoluto -85 euro). Ma il
dato territoriale sconcerta ancor di più. Se al Nord (- 47 euro) e al Centro
(-75 euro) le contrazioni censite si fermano al di sotto della media nazionale,
al Sud la situazione è preoccupante: infatti, le uscite delle famiglie
meridionali sono crollate di 170 euro(-7,7%; 2.212 euro nel 2007, scesa a
2.042 euro).
Ma quali sono le
conseguenze del caso dei consumi? Gli effetti sono molteplici, purtroppo, e
facilmente riconoscibili: infatti, sono le piccole attività artigianali e
commerciali ad esserne uscite con le ossa rotte. Paolo Zabeo, coordinatore
dell’Ufficio studi, sostiene che “le botteghe artigiane vivono quasi
esclusivamente dei consumi delle famiglie, e sebbene negli ultimi anni i
consumi siano tornati lentamente a salire, i benefici di questa ripresa hanno
interessato quasi esclusivamente la grande distribuzione organizzata”. Insomma,
niente di positivo per i piccoli commercianti. Infatti, il valore delle vendite
al dettaglio nel settore artigianale e nelle piccole botteghe è crollato del
14,5%; di contro, è aumentato del 6,5% nel settore grandi distribuzioni. Ciò
significa che le botteghe devono temere i grandi marchi, i centri commerciali,
gli ipermercati, più dell’e-commerce, nonostante quest’ultimo abbia guadagnato
posizioni. In queste condizioni sembra particolarmente arduo “fare impresa”, a
meno che di un’operazione di alleggerimento fiscale.
In controtendenza
rispetto quanto prospettato finora le spese per i servizi, aumentate del 6,9%
rispetto al 2007. Prendendo ad esempio lo scorso anno, sia la vendita di beni
che quella di servizi è aumentata, (rispetto al 2017) dello 0,7%. Nel 2018, le
uniche performances negative riguardavano gli alimentari (-0,1%), la sanità
(-0,6%) e le bevande alcoliche (-1,4%). In ultimo va segnalato che le manovre
di finanza pubblica a carico delle Autonomie locali, tra il 2010 e il 2017,
hanno provocato una contrazione delle risorse fruibili pari a 22 miliardi di
euro, colpendo in misura maggiore i Comuni. Questa breve analisi sui consumi delle famiglie italiane deve essere paradigmatica, cosicché gli amministratori sappiano come e dove intervenire.
Nessun commento:
Posta un commento