sabato 23 marzo 2019

È ora di ridurre le emissioni di gas serra!

Qualcosa su muove in vista del nuovo incontro sul clima indetto dalle Nazioni Unite a New York nel settembre 2019. 

Partiamo dal principio. Il Parlamento Europeo, il 14 marzo, ha approvato una risoluzione nella quale sancisce la necessità di un impegno maggiore, da parte dell'Unione europea, nella riduzione dei gas serra al 55% rispetto alle emissioni del 1990. Attualmente la soglia è al 40%.

L'IPCC e dell'UNEP condividono la necessità di pervenire ad emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050, affinché esista una possibilità di conservare l’aumento globale della temperatura al di sotto dei 2°C (valore stabilito dall'Accordo di Parigi).
Perciò la Commissione Europea ha deciso di pubblicare il rapporto “Un pianeta pulito per tutti - Visione strategica a lungo termine per un'economia prospera, moderna, competitiva e climaticamente neutra”, attraverso la quale ha rinforzato l'obiettivo “quota zero”, a maggior ragione in vista del vertice europeo di maggio a Sibiu. Questo primo obiettivo è propedeutico alla mitigazione del cambiamento climatico, come già detto, per non rischiare ulteriori danni all’ambiente. Seguendo gli impegni finora presi, secondo una stima delle Nazioni Unite, non si riuscirebbe a mantenere il limite di 2°C stabilito a Parigi, ma si rischierebbe un aumento fino a 3,2°C circa. Inoltre, sempre dati alla mano (resoconto della Commissione), il Pil europeo troverebbe terreno fertile in uno scenario ad emissioni di gas serra pari a zero, piuttosto che in una situazione di riduzione minima. Ma non solo. La dipendenza dell'Europa dalle importazioni energetiche scenderebbe dal 55% al 20%, con un evidente risparmio. Senza contare che, in una società ad emissioni zero, correremmo rischi minori in quanto a salute e sicurezza.
In ultimo, è evidente che anche l’Italia debba tener conto di queste stime per partecipare ad un cambiamento di rotta. Meglio agire ora che avere rimpianti.


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