lunedì 11 marzo 2019

“Safefood”, il dispositivo portatile per controllare la qualità del cibo


Le cronache recenti hanno evidenziato come il fenomeno delle frodi alimentari sia piuttosto diffuso. Per questo motivo, Enea ha deciso di impegnarsi per combattere queste vere e proprie “truffe”, attraverso la realizzazione di Safefood”, un dispositivo laser portatile per uno screening affidabile e veloce della qualità del cibo che ogni giorno ingeriamo.  Nell’ambito del progetto “Techea”, per il quale Enea ha assegnato un milione di euro, nei laboratori si lavora a due diversi prototipi, di cui uno rivolto ai controlli di qualità nell’industria alimentare, e un altro destinato alle attività ispettive dei vari organi di controllo.
Ma come funzionano questi strumenti? Questi dispositivi si basano su una tecnologia laser (spettroscopia laser fotoacustica) che utilizza suono e luce per riscontrare eventuali sostanze nocive, che l’etichetta non riporta. In soldoni, si “scarica” un fascio laser a infrarosso sul campione e, una volta riscaldato, quest’ultimo si espande e genera un’onda di pressione, che viene udita come suono per mezzo di un microfono. Da un lato, quello indirizzato all’industria alimentare è stato pensato quale elemento integrante del processo industriale, dall’altro, il dispositivo desinato alle attività ispettive si presenta alquanto maneggevole, di facile utilizzo e grande all’incirca quanto una ventiquattrore. In particolar modo, quest’ultimo strumento è una sorta di “laboratorio in scala”, nel quale è sufficiente inserire un esiguo campione alimentare per avere una risposta veloce e completa: questa caratteristica lo rende idoneo ai controlli rapidi nelle mense, nei supermercati, nelle botteghe o negli ospedali.                
Già testata su alimenti di grandi consumo quali latte in polvere, olio d’oliva, pesce e bibite varie, questa tecnologia ha ottenuto risultativi positivi: ad esempio, nelle bibite (analcoliche e succhi di frutta), il sistema consente l’identificazione di cinque dolcificanti non dichiarati in etichetta come glucosio, aspartame, fruttosio, saccarosio e maltosio; o nel latte in polvere permette la rilevazione di eventuale contaminazione da melammina, una sostanza usata per produrre la plastica che provoca enormi danni renali nei neonati; o ancora nel pesce, che sia inscatolato o fresco, lo strumento ha indicato la presenza di istamina, molecola tossica che si riscontra quando il pesce è stato pescato da molti giorni o conservato in maniera non idonea.                                                   
Una vera e propria rivoluzione nel campo del controllo alimentare, in grado di combattere gli espedienti più disparati messi in atto da coloro che non hanno a cuore la salute altrui. Luca Fiorani, responsabile del progetto TECHEA e del laboratorio ENEA “Diagnostiche e metrologia”, afferma che “attualmente non esistono in commercio strumenti con queste caratteristiche, infatti i controlli antifrode vengono fatti in laboratorio con analisi costose, lunghe e complesse che richiedono personale specializzato”. Possiamo dirci davvero soddisfatti di questo passo avanti. 


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